L’unica cosa che si presenta, prima o poi, con estrema certezza sono i guai. La Nutella è, per la mia generazione, un mito consolatorio, ma gli anni passano, e bisogna cercare alternative
La mia generazione è cresciuta a base di Nutella. La Nutella è un mondo a sé, un mito, un elemento imprescindibile della nostra vita. Per me la Nutella è praticamente un farmaco: non la guardo per mesi, anche per anni. A volte compro barattoli che finisco per buttar via dopo che sono stati abbandonati per mesi in dispensa. Poi c’è il momento nero: succede qualcosa, a me o nel mondo che mi sta attorno.
Se è qualcosa di davvero grave, che non mi sento in grado di affrontare, la Nutella diventa un sostegno, un complice. La mangio di notte, a cucchiaiate, se l’ansia o l’angoscia mi impediscono di dormire.
E vado avanti così, per giorni, finché il dramma non si attenua, poi la cerco ancora per qualche settimana, e poi l’abbandono totalmente.
La Nutella è un modo per rinfrancarmi, per dirmi che “passerà”, che riuscirò ad affrontare anche quel problema, quel lutto.
Ma gli anni passano, i chili crescono, e bisogna cercare alternative alla Nutella.
Un buon supporto viene dalla musica, accuratamente selezionata.
- Inno alla gioia, dalla nona sinfonia di Beethoven
- My way, rigorosamente cantata da Frank Sinatra
- Niente paura, di Ligabue
- Je ne regrette rien, dalla voce inconfondibile di Edith Piaf
- A modo mio, di Baglioni
Una qualunque di queste canzoni mi aiuta a guardare il mondo in positivo.
Credo che nella vita l’unica cosa che non manca mai siano i guai. Inutile convincersi di pensare positivo: ci si può riuscire nel quotidiano, o per un certo periodo, ma prima o poi arriva qualcosa che ci destabilizza.
Con il passare degli anni persino le rimpatriate tra amici rischiano di diventare un bilancio di malattie più o meno gravi, e la crisi economica ha messo a rischio qualunque telefonata agli ex colleghi, tra licenziati, licenziandi e cassa integrati!
Le strategie di sopravvivenza e di sostegno possono essere molteplici, e sono estremamente soggettive: l’importante è costruirsele!