Sempre la PNL raccomanda di riconoscere il filtro sensoriale prevalente delle persone con cui interagiamo e usarlo per entrare in sintonia con loro. Credo si possa fare anche molto di più
In genere ciascuno di noi ha un filtro sensoriale prevalente: vista, udito, tatto. Con i test più complessi possiamo identificare sia il filtro sensoriale prevalente, cioè quale senso utilizziamo per interpretare il mondo e comunicare, l’accesso accesso sensoriale che preferiamo usare per risolvere problemi o quando siamo sotto stress.
Alcuni test identificano anche l’accesso sensoriale secondario, che viene utilizzato nella comunicazione di tutti i giorni in combinazione con l’accesso primario, ma in misura minore e la modalità rappresentazionale meno utilizzata: il senso usato poco, o per niente, nelle conversazioni e che tende a rimanere inconscio nelle interpretazioni del mondo.
Dal momento che il filtro sensoriale prevalente influenza la nostra mappa del mondo, le nostre motivazioni, e, in sostanza, ha un ruolo determinante per il nostro carattere, è importante identificarlo. Un test non basta, ma aiuta.
Eppure conoscere il proprio sistema rappresentazionale prevalente è solo il primo passo, perché per affrontare meglio il mondo, avere ampiezza di vedute, capire noi stessi e il prossimo, dobbiamo aumentare la nostra flessibilità, e imparare ad usare tutti i nostri sensi.
Per suonare uno strumento musicale è importante avere il senso della melodia, e in genere i musicisti hanno il filtro sensoriale uditivo ben sviluppato. Può essere sufficiente per riconoscere la musica, amarla, imparare a suonare. Ma chi vuole diventare un concertista deve anche conoscere profondamente le emozioni e saperle esprimere: questo è però più tipico del filtro sensoriale cinestesico. Eppure non basta: un concertista deve anche saper stare sul palco, amare il pubblico e gli applausi, tenere la scena: elementi più marcati nel sistema rappresentazionale visivo.
È un esempio che vale per molte attività e per molte professioni: la grandezza si può raggiungere solo con la combinazione dei sistemi rappresentazionali.
E per chi non vuole ottenere la grandezza, raggiungere la perfezione?
Vale, comunque, lo stesso principio. A tutti capita, prima o poi, di voler far qualcosa per cui si pensa di non avere tutte le risorse, o ci si rende conto che facciamo sforzi eccessivi … Si è degli ottimi professionisti, ma si ha timore di parlare in pubblico, siamo dei creativi che mancano di concretezza e rigore logico, non riusciamo a cogliere le emozioni altrui e questo ci limita con gli amici o con i collaboratori …
Sviluppare tutti i filtri sensoriali, potenziare tutti i sistemi rappresentazionali significa acquisire flessibilità ed empatia, aumentare le nostre capacità.
“Vivere” il mondo attraverso un filtro sensoriale diverso da quello a cui siete abituati è un’esperienza emozionante e, spesso, si scopre un mondo leggermente diverso. Credetemi, ne vale la pena!