Da oltre 10 anni ho cambiato vita, e lavoro: da lavoratore dipendente sono diventata libero professionista, consulente. Uno dei tanti, certo, perché i consulenti, in qualunque area o settore, non mancano certo. Eppure per anni non è stato difficile trovare clienti. Anzi: molto spesso erano i clienti a trovare me. Non tantissimi, non sono famosa, ma abbastanza per vivere bene, avere sia soddisfazioni professionali che tempo libero da dedicare alla famiglia e ai miei interessi.
Poi è arrivata la crisi, che in genere i consulenti hanno subito. Trovare clienti è diventato sempre più complesso. Un anno e mezzo difficili. Poi mi hanno diagnosticato un tumore al seno e ho messo il cuore in pace: per parecchi mesi avrei dovuto dedicare tempo ed energie a me stessa e alla mia salute.
L’operazione era stata fissata per il 25 settembre 2014.
Due giorni prima mi ha telefonato un’importante azienda proponendomi una lunga consulenza. Ho dovuto rinunciare.
Il 21 ottobre comincio la chemioterapia: ne sono previste 6, a 21 giorni di distanza l’una dall’altra. Mi avvertono che gli effetti indesiderati sono fortemente soggettivi, ma è certo che perderò i capelli e che avrò problemi, più o meno fantasiosi. Ai primi di novembre mi contatta una grande azienda, chiedendomi una consulenza annuale a partire da gennaio. So che pagano bene. Provo persino a trascinarmi ad un colloquio con loro, ma poi eccetto l’inevitabile, e lascio perdere: non mi è proprio possibile.
Poco a poco sto meglio, i mesi passano, riesco a trovare qualcosa, anche se piccole cose. So che mi aspettano altre cure, e non mi impegno più che tanto a guardarmi in giro.
Ai primi di marzo inizio la radioterapia: un mese, tutti i giorni. Però mi avvertono che per alcune settimane, anche dopo la fine dei trattamenti, è meglio non prendere impegni poiché sono probabili effetti indesiderati.
Puntualmente, l’ultima settimana di febbraio ricevo una telefonata per una consulenza urgente. Non so se ridere o piangere (nel dubbio: rido), ma ovviamente rinuncio.
Tutti i controlli vanno bene. Durante l’estate sono riuscita a fare diverse cose, ma non è facile trovare aziende clienti in estate. Settembre e ottobre sono mesi statici, anche se potrei lavorare a pieno ritmo. Si trova poco. Sono in attesa dell’operazione di ricostruzione che, per problemi dell’ospedale sovraccarico di lavoro, slitta sempre più avanti.
Poi, finalmente, viene fissata al 19 novembre. Incontro i chirurghi. Mi dicono che potrò riprendere subito l’uso del computer, ma che non si parla di guidare fino all’anno prossimo, e per diverse settimane dovrò fare attenzione.
Ed ecco, al 9 novembre, l’ormai attesa mail: un invito ad un colloquio per una collaborazione, a partire da subito. Come sempre, sono onesta. Loro sono gentili: mi aspettano a gennaio. Forse riesco a salvare questa opportunità.
Capite perché dico che l’Universo mi prende in giro?
E per chi se lo sta chiedendo: no, non ho consultato l’I Ching. Credo di sapere perché avviane tutto questo. Da una parte vengo rassicurata che il lavoro per me esiste, che sono una professionista conosciuta e stimata. Dall’altro lato vengo spronata a lasciar andare, a perdere l’abitudine al controllo, a fidarmi dell’universo stesso, anche quando mi prende in giro. Da tempo sostengo che il ruolo principale dell’essere umano è gestire sinergie tra volontà e destino: ne sono profondamente convinta. Solo che, quando ci si ritrova a metterlo in pratica, talvolta è un po’ difficile.