Proattività è un termine che in questo periodo va molto di moda, e spesso è usato a sproposito. Letteralmente significa “agire per”. Costituisce un modo di vivere e, secondo molte fonti di saggezza, è il modo di vivere auspicabile. Ma attenzione, richiede impegno e cambiamento di molti dei nostri modelli mentali o abitudini inveterate.
In ambito aziendale mi è capitato di sentire questo tipo di suggerimenti: quando c’è un problema, devi essere proattivo e risolverlo rapidamente. È una frase assurda, perché fondamentalmente essere proattivi è l’esatto contrario dell’essere reattivi. La rapida risoluzione di un problema, invece, è principalmente un atto reattivo.
Essere proattivi significa costruire la propria vita, passo passo, giorno dopo giorno, ma non si tratta semplicemente di andare verso un obiettivo o realizzare desideri più o meno fantastici e auspicabili.
La vita condotta con proattività rappresenta un drastico cambiamento alle abitudini di vita di oggi. Siamo, infatti, abituati a reagire: ai problemi, alle emergenze, alle parole altrui (vere o presunte). La reazione è un meccanismo utile, persino auspicabile, a volte, ma non può essere uno stile di vita, tranne che per coloro che desiderano davvero una vita fatta di stress costante.
Al contrario, chi è proattivo è sempre rivolto vero la riflessione sulle conseguenze e sui presupposti: cosa comporta, cosa mi porta, perché quelle parole, … Indubbiamente c’è maggiore riflessione. E per chi pensa che riflettere richieda una quantità di tempo che non abbiamo a disposizione ricordo che il pensiero è decisamente più veloce della luce.
La reattività è prettamente istintuale, laddove la proattività è consapevole: la variabile non è nel tempo, ma nell’attitudine mentale. Certo, per essere proattivi è necessario chiedersi costantemente “cosa voglio” , avere dubbi … A volte essere proattivi è scomodo perché implica il non reagire alle provocazioni, alle maleducazioni, alle parole offensive. Insomma, un porgere l’altra guancia” che, nella pratica della proattività, significa accogliere, comprendere le motivazioni dell’altro (e accoglienza e comprensione sono energie femminili). Non si tratta di chiedersi costantemente “dove ho sbagliato”: l’autoflagellazione non è inclusa nella proattività, quanto piuttosto chiedersi se un nostro schema mentale o un nostro comportamento può essere letto in maniera diversa da ciò che volevamo esprimere, e cercare un modo migliore per la volta successiva.
Nella proattività è incluso anche il seguire il proprio destino, o meglio cercare il proprio compito e scopo. Perché quando creiamo un allineamento tra noi stessi e l’universo intero tutto diventa più scorrevole: infatti alcuni identificano questo stato con “essere nel flusso”.
Spero di avere, almeno parzialmente, arricchito la comprensione della proattività.
Se poi mi chiedete come sia “viverla” … posso solo dire che io ci provo perché credo che sia un bel modo di vivere. Riuscirci, è un’altra storia. Ma il viaggio è spesso più divertente dell’arrivo.