Se riteniamo che divinare voglia dire solo venire a conoscenza del futuro, posso dire che non ho niente contro la divinazione, ma non è questo il motivo per cui uso l’I Ching oggi, dopo che lo studio da oltre 40 anni.
Indubbiamente quello è stato il motivo per cui ho iniziato a conoscere e consultare il libro dei mutamenti: quale adolescente, immersa nell’infelicità e incertezza dell’adolescenza, non vorrebbe conoscere il futuro.
Molte, moltissime volte, mi sono resa conto solo a posteriori che l’I Ching mi aveva detto puntualmente cosa sarebbe successo, altre volte non capivo, perché interpretare non è mica facile, altre ancora capivo, ma poi facevo di testa mia. Insomma, l’aspetto divinatorio dell’I Ching è quello che mi interessa meno, e che mi è servito meno.
La realtà è che man mano che approfondivo mi rendevo conto che stavo imparando moltissime cose utili: a conoscere me stessa, a comprendere il mondo circostante. E poi resilienza e flessibilità.
Sì, il libro dei mutamenti è riuscito a far capire persino ad una testarda come me che la vita offre migliaia di sfumature e infinite possibilità di agire e di modulare i propri comportamenti.