Il femminino, come abbiamo detto, si prende cura dell’interno, e dell’interiorità. Se esaminiamo questo valore nel senso più ampio possiamo concludere che è sempre stato il più bistrattato e negletto dall’umanità intera.
Molti testi sacri, infatti, accennano o affermano chiaramente che Dio è da cercare all’interno di ciascuno di noi. E questo a partire dalla stessa Bibbia che fa iniziare l’umanità stessa nel momento preciso in cui Dio entra, insufflando il respiro, all’interno del primo essere umano. Eppure abbiamo, da sempre, scelto di cercare Dio all’esterno, magari affidandoci a idoli o a intermediari più o meno affidabili.
Abbiamo poi sempre cercato la felicità e l’appagamento solo all’esterno. E questa ricerca è andata progressivamente ampliandosi e intensificandosi, fino a creare situazioni praticamente esplosive.
Negli ultimi decenni abbiamo sostituito totalmente il denaro, il potere e la tecnologia ai valori interiori. Personalmente non ho nulla da eccepire alla tecnologia. Ma ritengo debba essere considerata uno strumento. Non ho nulla neanche contro il denaro, ma anch’esso è uno strumento. E credo che il potere possa essere qualcosa attribuito da altri con finalità ben precise, come avviene in democrazia, o una funzione da esercitare, come il potere che si acquisisce in ambito aziendale … in ogni caso penso che il potere possa solo essere un compagno della responsabilità e della saggezza, altrimenti è aberrazione.
Abbiamo continuato a definire strumenti che misurano la quantità di denaro, dimenticando che più denaro dovrebbe equivalere a più benessere. A che serve un PIL altissimo se una parte della popolazione muore di fame? Quanto possiamo continuare a dare più valore ai parametri economici invece che alla dignità umana? Tutti i parametri economici di cui sentiamo continuamente parlare sono stati definiti per misurare il benessere di una nazione e di una popolazione: strumenti esterni di misura di situazioni interne. Eppure abbiamo dimenticato l’interiorità e l’introspezione.
La tecnologia è sempre stato uno strumento di sviluppo e facilitazione. Persino le armi venivano perfezionate per migliorare la caccia e ridurre il rischio di fame. Ora sviluppiamo strumenti sempre più potenti che non siamo in grado di governare. Moltissimi incidenti vengono classificati “errori umani”: semplicemente le capacità umane non sono state in grado di gestire gli strumenti tecnologici che avevano a disposizione. Eppure se esaminiamo la maggior parte di quegli errori umani possiamo vedere chiaramente che individui più responsabili, più saggi, persone che fossero “cresciute” interiormente di pari passo con la tecnologia che dovevano gestire avrebbero evitato l’errore. E non sto colpevolizzando l’individuo, ma tutti noi che, globalmente, abbiamo pensato che saper spingere un bottone di strumenti altamente sofisticati fosse condizione sufficiente per avere il potere di spingerlo.
Se l’introspezione si fosse affiancata all’azione, nell’unione di valori maschili e femminili, l’umanità non sarebbe oggi sull’orlo del disastro ecologico. Non è dato sapere se, o per quanto, potremo evitare il disastro. Però possiamo migliorare l’equilibrio, rendere le nostre aziende più responsabili, ascoltare il Dio interiore che ci parla, sviluppare quelle briciole di saggezza di cui tutti siamo dotati, guardarci dentro. Abbiamo solo da guadagnare.