Un bellissimo esercizio di psicodinamica somiglia alla ricerca dell’animale totem esistente in alcune culture dei nativi americani. Io amo molto i gatti, ed è un amore ricambiato. Durante la spiegazione dell’esercizio ero quindi sostanzialmente sicura che nel mio inconscio avrei trovato un gatto, o almeno un felino.
Invece … sorpresa! Mi sono ritrovata una civetta.
Silvia, la mia preziosa guida in questo percorso, mi spiegò che la civetta rappresenta la ragione (secondo il concetto illuministico del termine), la giustizia e i valori femminili. In base all’esperienza che avevo fatto, risultava che almeno una parte dei miei valori femminili si sentiva in pericolo.
Dopo l’esperienza, e la sua analisi, ero pienamente disponibile ad ammettere che la civetta, come rappresentante della giustizia, faceva pienamente parte di me: la giustizia è sempre stata uno dei miei valori fondamentali.
Ero anche conscia che la mia parte razionale aveva qualche difficoltà: pur essendo pienamente presenti in me il razionale e l’inconscio, l’emisfero cerebrale destro e quello sinistro erano ben sviluppati, erano anche totalmente squilibrati: erano loro, e non io, a decidere chi era predominante e in quale momento. Cosicché mi ritrovavo ad essere emotiva quando avevo bisogno di controllo, e totalmente razionale quando sarebbe stato più utile lasciarmi andare alle emozioni, o a cogliere gli input del mio inconscio. Era una buona occasione per iniziare un percorso, lungo e soddisfacente, che stabilisse il giusto equilibrio.
Mi era però decisamente difficile accettare che il mio femminile si sentisse in pericolo. Oggi, a distanza di molti anni, posso ammettere che era vero: avevo da poco iniziato la carriera lavorativa in un mondo prettamente maschile e, come molte donne, stavo inconsciamente scegliendo se proseguire assorbendo valori e convinzioni “adeguate”. Fu la civetta a farmi riflettere, e trovare la mia strada.
Lucia è insicura, stressata, ansiosa. Non ama stare in mezzo alla gente, e se appena può si chiude in casa con un bel libro. Durante un corso guido un esercizio di rilassamento e di ancoraggio per lo stato d’animo desiderato, usando come ancore i colori. Scopo dell’esercizio è, in una forma di leggera meditazione, identificare un colore e uno stato d’animo da potenziare che sia particolarmente utile, e ciascuno dei partecipanti, nel momento che stanno vivendo. Ovviamente ogni partecipante troverà il suo colore e il suo stato d’animo, parzialmente guidato dalla mia voce che associa ad ogni colore alcuni suggerimenti. Al termine dell’esercizio, Lucia ha le lacrime agli occhi. Mi preoccupo, e le chiedo se vuole condividere la sua esperienza e le sue emozioni. Così Lucia ci racconta che si aspettava di visualizzare il colore verde, associato alla natura e alla pace interiore. Invece si trova davanti il giallo, colore della concentrazione, della volontà e della libertà. Inizialmente infastidita, si è poi lasciata inondare e ha sperimentato sensazioni che non provava più da anni.
Enrico fa un lavoro che ama e che gli dà soddisfazioni. Eppure di notte ha gli incubi. Questa storia dura da tempo, e dura a lungo. Fino a quando, durante un esercizio di meditazione, si ritrova in un altro luogo, a fare il lavoro che sognava da bambino. Sorpreso, si rende conto che può comunque coltivare quell’attività come hobby, e gli incubi scompaiono.
Potrei aggiungere molti esempi nella lettura dell’I Ching o dei tarocchi. Se volete, potete credere alla magia, al destino, o a qualunque cosa. Però c’è anche un fattore più razionale e, forse, più rassicurante: il nostro inconscio raccoglie ed elabora molte più informazioni di quante siamo capaci di cogliere con la nostra parte razionale. Quando colleghiamo i due emisferi cerebrali siamo in grado di accedere a quelle informazioni e di collegarle tra loro, trovando risposte e input a cui non avevamo pensato, ma che erano lì, pronti ad essere disponibili appena diamo spazio.
E, pensate, spesso non c’è neanche bisogno di esercizi ad hoc o di meditazione: è sufficiente dare spazio all’imprevisto, all’inaspettato, accoglierlo a braccia aperte invece di bloccarlo spaventati, o di fuggirlo terrorizzati. Credetemi, il nostro cervello è molto più intelligente e informato di quanto riusciamo ad immaginare! E saper accogliere l'inaspettato ci offre regali incredibili.