Quante volte avete costruito e coltivato i vostri sogni, per poi vederli infranti, irrealizzabili?
E avete, abbiamo, mollato. E siamo passati ad un altro sogno. Ma è successo davvero?
E quante volte abbiamo visto che un sogno, magari coltivato a lungo, sembrava infrangersi contro la realtà quotidiana e abbiamo cominciato noi stessi a ridurlo a dimensioni che ci sembravano più ragionevoli e raggiungibili. E poi abbiamo ripetuto la manovra più volte, più volte, finché dal sogno di fare il giro del mondo abbiamo cominciato a sognare di andare da Milano a Monza, e ci siamo fermati a Cinisello Balsamo?
Perché è così che abbiamo fatto, quasi tutti.
Creandoci le migliori premesse per poter poi, mano a mano, rinunciare ai sogni, e poi ancora cominciare a infrangere i sogni dei giovani intorno a noi, in una desolata e desolante spirale di insuccesso (e infelicità).
Eppure tutti, o quasi, conosciamo e leggiamo con ammirazione di Edison che prima di inventare la lampadina fece, si dice, un'infinità di tentativi andati male e affermò: “Non ho mai fallito. Ho solamente provato 10.000 metodi che non hanno funzionato”
I modi migliori per infrangere i sogni sono quelli che mettiamo in atto noi stessi: rinunciare. E, peggio ancora, livellare poco a poco le montagne che desideriamo scalare. Più abbassiamo l’obiettivo, più rendiamo anche l’obiettivo minimo irraggiungibile.
Un po’ come quando siamo talmente certi di essere bravi in matematica da non studiare più prima di un compito, o di un’interrogazione, e inevitabilmente finiamo per prendere un brutto voto.
Rimpicciolire i sogni è un meccanismo di difesa: la pura di non riuscire, l’ansia del fallimento, il terrore delle figuracce, il timore della delusione. Ma è proprio questo che ci fa mancare il bersaglio.
Ci servono sogni infrangibili. Quelli che hanno una tensione creativa tale da non farci mollare, mai. Tali da farci accettare gli errori o gli insuccessi come esperienze da cui apprendere. Quelli che vengono da dentro, dal profondo, dall’anima. Quei sogni che rappresentano l’essenza di noi stessi, il nostro motivo di esistere.
Cercateli: li avete di sicuro. Magari li avete seppelliti in qualche angoletto, ma ci sono! Basta fare un po’ di pulizia a tutti i depositi di paure e infrastrutture che avete accumulato e vedrete che ricompaio.