Il mio nuovo libro dovrebbe uscire tra qualche settimana, sei al massimo. È un libro sull’I Ching, e viene da molto lontano.
Ho comprato il primo testo sull’I Ching, ed ho cominciato ad usarlo e a studiarlo, ormai quarant’anni fa sì, 40 anni fa. Era la traduzione di Wilhelm con prefazione di Jung ed ancora oggi rimane insuperabile, secondo me, come testo per la comprensione e l’interpretazione del Libro dei mutamenti. Il mio amore è stato immediato, la mia capacità di interpretazione decisamente più lenta e la mia comprensione del testo ancora più lenta.
Man mano, negli anni, ho studiato, letto, acquistato e consultato numerosi testi, frequentato corsi. Poi, qualche anno fa, ho cominciato a scrivere.
E mi sono resa conto di quanto è veritiera l’affermazione di Salomon Ibn Gabirol: “Nella ricerca della saggezza il primo stadio è il silenzio, il secondo l'ascolto, il terzo il ricordo, il quarto la pratica, il quinto l'insegnamento.” Infatti quando ho cominciato a cercare di trasmettere la saggezza dell’I Ching, dedicandomi a confrontare diverse versioni di interpretazione, mi sono accorta di aver aumentato la mia comprensione del testo, degli esagrammi.
I significati sono molteplici, talvolta le interpretazioni dei libri hanno alcune diversità o pongono l’accento più su un elemento che sull’altro. La ragione e la razionalità non bastano per interpretare: ci vogliono il cuore e la pancia.
Ed ora che “tutto è compiuto” sono immersa nei dubbi. Il testo è ormai in mano all’editore, che lo sta impaginando: non mi è più possibile fare aggiunte o variazioni sostanziali.
E se ho capito male?
E se ho scritto in modo poco chiaro?
E se, in fondo, è solo presunzione da parte mia scrivere un libro sull’I Ching?
E se non piace?
E se nessuno l’acquista?
Ovviamente ho consultato l’I Ching, e nel libro riporto le risposte che mi ha dato, ma dubbi e timori rimangono. E solo il tempo potrà dare risposte.