Da secoli il perdono è considerato una virtù specifica della religione cristiana. Certo, è nei Vangeli che viene affermato con forza quanto sia importante perdonare, ma (perdonatemi!) prima ancora dei Vangeli, ben prima di Cristo, il perdono era già un valore.
Il perdono è la faccia femminile laddove la punizione è la faccia maschile della stessa medaglia: la punizione senza perdono è accanimento, il perdono senza punizione è lassismo.
La Chiesa ha aggiunto una variabile che, a mio avviso, non dovrebbe essere correlata: il pentimento. Secondo i dettami della Chiesa il perdono viene accordato come conseguenza del pentimento, ma non è così nei Vangeli, e non è così per l’energia femminile del perdono.
Il collegamento pentimento – perdono riguarda “il colpevole”, mentre il legame “punizione – perdono” riguarda “la vittima”: la prospettiva è completamente diversa.
E poi … non dimentichiamo che esiste un perdono fondamentale: perdonare se stessi.
Come valore femminile il perdono è correlato, ma non uguale, alla comprensione e all’accoglienza.
Non limitiamoci a vedere il perdono come elemento legato ai torti subiti: il perdono è fondamentale per cancellare dalla nostra vita quei rancori e rimpianti che danneggiano noi e chi ci sta vicino.