Sì, carissimi, è la vecchiaia che mi induce a mettere tutto in discussione, ma non è solo quella.
La mia formazione, mentale e professionale, è decisamente favorevole agli obiettivi. Sono testarda, determinata, con un fortissimo senso pratico. In azienda si lavora per obiettivi, ho ottenuto i miei certificati da coach lavorando con gli obiettivi.
Non penso di aver sbagliato tutto, ma a volte cambiano le condizioni, l’ambiente, il feeling.
I mesi di giugno e luglio sono stati abbastanza devastanti e ad agosto mi sono concessa i ritmi dolci della convalescenza. Poi ho rifatto la pianificazione, fissato nuovi obiettivi e ho pensato di rientrare nella “normalità”.
Siamo sinceri: per il libero professionista non esiste la placida normalità che spesso si accompagna alla vita da dipendente aziendale, ma se ami il lavoro che hai scelto puoi inventarti una tua normalità perfettamente allineata e integrata con i ritmi che preferisci.
Eccomi quindi a stabilire piani e obiettivi per gli ultimi mesi di questo 2021, un anno scomodo e scorbutico, e istruttivo.
E gli obiettivi non funzionano.
Sia chiaro: ho rispettato e rispetto gli impegni presi, le scadenze, consegno il lavoro, rispondo ai clienti.
Ma non riesco a vedermi davanti bersagli in cui fare centro.
Preferisco seguire l’arcobaleno.
In questo periodo mi smuovono i desideri, non i traguardi.
L’obiettivo è una freccia scagliata verso un bersaglio. Il desiderio è una freccia attirata dal cielo con la curiosità di vedere dove arriva.
E quando l’obiettivo mi pesa, quando un problema di salute o un impegno familiare mi fa dubitare di poter raggiungere l’obiettivo, mi fa temere un fallimento, mi fa sentire inadeguata, è il desiderio che mi rimette in moto.
Seguirò l’arcobaleno: in questo periodo è più divertente e mi è più congeniale.