Avete posto all’I Ching una domanda fondamentale sulla vostra vita?
Io l’ho fatto, più volte, e questo esempio deriva proprio da una di quelle volte. Fa parte del mio passato, ed è lontano nel tempo, tanto che non ricordo più esattamente gli esagrammi di risposta.
Nel 1978, al primo anno di università, ho avuto una serie di problemi. Tanto che mi avevano influenzato su tutti i fronti, compreso lo studio.
Studiavo, e tanto, ma quando andavo a dar l’esame ero presa letteralmente da attacchi di panico. Per i primi due esami me la cavai, ma al terzo (matematica) incontrai un’insegnante … poco incoraggiante. Così gli attacchi di panico peggiorarono.
A casa comunicarono a suggerirmi di cambiare facoltà: l’idea, dichiarata esplicitamente, era che non ero abbastanza intelligente per farcela nella facoltà che avevo scelto.
Io non volevo rinunciare: inconsciamente sapevo che se avessi abbandonato avrei perso completamente la stima di me stessa e il coraggio per il futuro della mia vita.
Così chiesi all’I Ching.
Non una, ma mille volte, con le domande più variegate e disparate.
Ricordo che i responsi erano diversi, ma sempre negativi.
L’I Ching mi prometteva lacrime e sangue, esaurimento, mancanza di energie, sacrifici, insuccesso.
Nonostante i dubbi (tanti) e la paura (infinita) non ho mai seriamente pensato di abbandonare.
Ho dato 27 esami, più una decina di prove pratiche, più gli esami che ho dovuto ridare, quindi ho abbondantemente superato i 40 esami, in diverse forme.
Per ognuno di questi ho passato le 48 ore che precedevano l’esame vomitando anche l’anima.
E per quasi quattro anni l’I Ching mi ha dato responsi poco belli.
Ma mi sono laureata, in pari, nella facoltà che avevo scelto, nel settembre del 1982.
L’I Ching aveva sbagliato i responsi?
Assolutamente no. Le sue segnalazioni di sacrifici, lacrime e sangue erano perfetti: è quello che è avvenuto.
Sapere che avrei sofferto mi ha aiutato? Non so come sarebbe stato altrimenti. Posso solo dire che ad ogni responso negativo mi chiedevo se abbandonare o andare avanti, e la mia scelta era sempre la stessa: ero disposta a pagare qualunque prezzo per raggiungere il mio obiettivo.
Perché l’I Ching ci indica la strada, ci segnala il possibile risultato, ma ci lascia il libero arbitrio, e ci aiuta ad esserne pienamente consapevoli.