Tra le piacevoli scoperte degli ultimi anni c’è l’astrologo Simon and the stars; racconta una visione di ciclicità estremamente affascinante e convincente.
Ed ecco un altro ciclo, il mio preferito: il viaggio dell’eroe.
Ogni viaggio è un ciclo: si inizia innocenti e si torna innocenti. E sono tanti i viaggi dell’eroe che percorriamo nella nostra via, ma anche la vita, nel suo complesso, è un viaggio dell’eroe.
Nessuno è uguale all’altro, prima di tutto perché ad ogni viaggio impariamo tanto e facciamo una sorta di gradino evolutivo. Più che un cerchio, in fondo, è una spirale di crescita. Le prime volte che mi hanno spiegato questo concetto l’ho vissuto con fastidio e timore: non c’è un vero e proprio punto di arrivo, e la vita diventa un cammino fatto di cadute e apprendimento, e poi ancora cadute.
Sono invecchiata e, forse, diventata più saggia.
Ora vivo tutto questo come un’onda, e me ne lascio cullare, ben sapendo che alcune onde sono decisamente tempestose, mentre altre sono dolci increspature.
Ora riconosco il drago che arriva, sento il calcio che mi caccia dal giardino dell’Eden trasformandomi in Orfano. Poi mi arrabbio con il Martire che cerca, come sempre, di fagocitarmi e controllo il mio tempo di permanenza in questo archetipo che ha occupato così tanti anni della mia vita: ora è sempre più breve.
Oggi oscillo, nel viaggio in corso, tra martire e viandante, e scalpito.
E poi via via so che completerò il mio ciclo, imparando qualcosa, lasciando andare molto e conquistando ancora di più. Quello in corso è un viaggio tosto, faticoso, duro: non so dove mi condurrà, ma sicuramente sarà dove devo arrivare.