Le attività umane sono sistemi ma noi ci concentriamo su istantanee di parti del sistema: poi ci domandiamo perché i nostri problemi non si risolvono mai. Peter Senge
Quasi tutti hanno letto i tarocchi, o si sono fatti leggere i tarocchi, almeno una volta nella vita, con l’unica eccezione di chi ne ha in qualche modo timore. Ed è ben noto che a volte si assiste a letture stentate, prive di fluidità e di completezza.
Perché ciò che ha importanza non sono solo le carte che escono, o vengono pescate, ma i collegamenti tra loro e i legami tra le carte e la persona che ne chiede la lettura.
I diffidenti ritengono che la visione di questi collegamenti sia dovuta solo alla facilità con cui il consultante racconta i fatti suoi al lettore, o all’abilità del lettore di porre le domande (al consultante: non alle carte) o ancora al fatto che chi legge racconta più o meno sempre le stesse cose basandosi sul fatto che, statisticamente, più o meno tutti hanno gli stessi problemi.
Ovviamente tutto questo può accadere, e un buon lettore di tarocchi è di solito fortemente empatico. Ma se così fosse sempre, sarebbe davvero sufficiente il totale silenzio del consultante per impedire qualunque lettura. Però il diffidente dovrebbe anche presentarsi alla lettura in maniera totalmente anonima: il linguaggio non verbale e paraverbale rivela spesso molto più delle parole.
I diffidenti provano generalmente diverse strade, ma prima o poi si trovano davanti un lettore che rivela, nonostante tutto, qualcosa di celato e inaspettato.
Non nego che a volte ci siano veri e propri attimi di illuminazione, qualcosa che possiamo ascrivere ai fenomeni paranormali, ma sono abbastanza rari.
In genere, però, una buona lettura, spesso sorprendete per chi ascolta, è dovuta al pensiero sistemico: al collegamento tra le carte, che è quasi sempre unico. Ogni carta ha diverse sfumature di significati. Collegando le sfumature delle carte che compaiono si ottiene un quadro assolutamente peculiare, la cui interpretazione fornisce una “visione” unica della situazione.
E questo è anche il motivo per cui è difficile insegnare a leggere i tarocchi: si può insegnare il significato delle carte, ma non esiste manuale che possa dettagliare le possibili combinazioni e i conseguenti collegamenti.
L’analisi della rete di collegamenti e connessioni richiede una profonda ricerca interiore, quasi una forma di meditazione. Ma questa è un’altra storia.