Definito il sesso debole, per la forza fisica, quello forte, per la tenacia, sono molti i luoghi comuni da sfatare sulla forza e fragilità femminile. E la prima cosa da sfatare è che le forze e fragilità femminili equivalgano esattamente alle forze e fragilità delle donne, ma questo ormai l'ho ripetuto fin troppe volte!
Come donna condivido appieno la citazione: siamo in grado di fare tutto ciò che fa un uomo, ma in genere partiamo svantaggiate. Julio Velasco, uno dei grandi allenatori e team builder, evidenzia come le donne reagiscano ai propri errori lasciandosi abbattere, e peggiorando la situazione, mentre gli uomini li vivono come una sfida per migliorare. Conosco anche molti uomini che si fanno abbattere dai loro errori: credo che questa sia una caratteristica del femminino più che del femminile.
Il confine è labile, come tanti confini: sono gli esseri umani a renderli netti, ben divisi, magari protetti da muri e batterie di cannoni.
Così è anche per ciò che ci rende forti, o deboli, o fragili.
La sofferenza ci rende, nel contempo, più fragili e più forti: non c'è contraddizione. Essere sensibili è una forza o una debolezza? Siamo noi umani a cadere nei tranelli delle dicotomie, a sottoporci ad inutili torture. e, in questo, le donne sono maestre.
Eppure chiunque abbia studiato marketing strategico sa che l'analisi dei punti di forza e di debolezza non è né un valore assoluto, né un elemento statico.
Le energie femminili, come quelle maschili, possono renderci forti o deboli, dipende dal contesto, dalla situazione, dall'ambiente, dai desideri … e non solo. Empatia, accoglienza, introspezione, intuizione, pazienza, … possono essere elementi di grande forza e di grande fragilità.
Che fare, dunque? Come gestire e governare queste apparenti contraddizioni?
La risposta c'è, ed è sempre stata lì, chiara, ben visibile. Le hanno attribuito nomi diversi, ma è sempre facilmente riconoscibile: la scelta, il libero arbitrio. Scegliere, consapevolmente, ci rende sempre più forti, anche se l'apparenza può essere, per il mondo esterno, di fragilità.
C'è la scelta del femminile di mostrarsi fragile per manipolare: è una scelta che, per quanto discutibile (e per me esecrabile) rende molte donne letteralmente invincibili.
C'è la scelta del femminino di amare incondizionatamente, di assecondare l'empatia e l'accoglienza accettandone la sofferenza, ma sapendo di poter scegliere, poi, il distacco.
E poi c'è la scelta fondamentale: la scelta fra paura e amore. Poco importa se li decliniamo al maschile o al femminile: paura e amore sono sempre lì, a chiederci di scegliere, anche quando basta poco per comprendere che, in caso di guerra, solo l'amore è in grado di vincere.