Si pongono domande, speso nei momenti di crisi, e otteniamo risposte, talvolta pienamente comprensibili, altre volte più oscure. In ogni caso dal responso riusciamo a trarre indicazioni che, in qualche modo, cambiano anche la percezione della nostra realtà e del futuro.
È indubbio che una risposta che ci appare positiva ci renderà più allegri e ottimisti, mentre una risposta che ci invita alla cautela influisce negativamente sui nostri comportamenti.
Se abbiamo interpretato correttamente le indicazioni dell’I Ching, è utile comportarci secondo i suoi suggerimenti.
Ma non è tutto qui. Io credo che l’I Ching ci offra una sorta di miglioramento continuo nella comprensione dello stesso testo e nella conoscenza di noi stessi.
Quindi, ormai da anni, ogni volta che consulto il Libro dei mutamenti mi segno in un quaderno la domanda fatta, la risposta ottenuta, l’interpretazione che ne ho dato, i comportamenti conseguenti.
Poi vado ad aggiungere ciò che effettivamente ho fatto (le intenzioni sono una cosa, la realtà è talvolta diversa) e le conseguenze, cosa è successo, come è andata a finire.
Mano a mano questo mi ha permesso di affinare la mia conoscenza dell’I Ching, accorgendomi che a volte avevo dato interpretazioni positive o catastrofiche sull’onda della mia emotività.
Mi ha permesso anche di comprendere quali degli insegnamenti dell’I Ching mi sono più congeniali e quali mi risultano molto difficili, approfondendo così la conoscenza di me stessa.
Infine, esaminando “come è andata a finire” posso ottenere una migliore comprensione delle sfide affrontate, dei problemi superati o delle sconfitte subite.
E tutto ciò aiuta a crescere in consapevolezza.