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Desideri, Obiettivi e Responsabilità

Desideri, Obiettivi e Responsabilità - Ching & Coaching

Apparentemente abbiamo moltissimi desideri, alcuni diventano obiettivi, ma di quanti siamo disposti ad assumerci la piena responsabilità?

Quando inizio il coaching con un nuovo cliente invio, sempre, alcuni moduli da compilare. Mi sono utilissimi per cominciare a conoscere la persona, e trovo particolarmente utile farli compilare prima del primo incontro ufficiale.
Uno di questi si chiama “lista dei desideri”: è un foglio bianco, con un titolo, e consiste in un elenco numerato da 1 a 37. Teoricamente dovrebbe essere riempito con 37 desideri, ma nulla vieta di inserirne molti di più.
Secondo me 37 desideri sono molto pochi per elencare ciò che vorrei, andando da un nuovo paio di jeans alla casa in campagna, dal perdere un bel po’ di chili al trovare lavoro per mio nipote, passando per un divano nuovo e un viaggio in Australia.
Già, perché il bello di desiderare a ruota libera è che si possono mettere cose concrete e sensazioni impalpabili.
Eppure raramente qualcuno mi ha compilato la lista “completa”, e solo una volta un cliente (in realtà una cliente) è arrivata a 40 desideri.
Poi, durante il primo incontro, istigo ad aumentare la lista, e spesso ci riesco. Ma quando chiedo quali desideri far diventare obiettivi, è una vera strage!
Le motivazioni sono le più svariate:
  • Questo è piccola cosa, non vale la pena impegnarsi
  • Questo è troppo ambizioso, non ci riuscirò mai
  • Questo non dipende da me
  • Questo è un sogno
  • Pensandoci bene, questo non mi serve
  • Questo NO! Mi cambierebbe troppo la vita
E così via, fino ad avere nuovamente un elenco striminzito che dovrebbe rappresentare ciò che davvero vogliono e su cui sono disposti ad impegnarsi.
Già, perché il vero problema del passare da un desiderio ad un obiettivo è che l’obiettivo richiede impegno e assunzione di responsabilità!
Un conto è dire “vorrei”, e ben diverso è dire “io faccio” (tanti, anche dopo aver studiato la definizione di obiettivo ben formato, cercano di usare il verbo al futuro invece dell’indicativo presente, dimostrando di voler quanto meno procrastinare il raggiungimento dell’obiettivo).