La domanda è chiaramente retorica: è ovvio che l’energia femminile e l’energia maschile hanno polarità anche nel valore del condividere.
È molto più difficile, però, identificare le differenze senza farci fuorviare da esempi e differenze tra umani maschi e femmine. Già, perché al concetto di condividere inteso come mettere in comune qualcosa si tende ad associare concetti come quello di egoismo e altruismo, bontà o cattiveria. E se inquiniamo il condividere, magari inserendo nelle nostre elucubrazioni ricordi di individui con cui siamo venuti a contatto, ci sono davvero scarsissime differenze tra machi e femmine.
Tutta la specie umana, indipendentemente dal sesso, sa essere profondamente generosa e altrettanto profondamente … stronza.
Eppure, almeno idealmente, delle differenze ci devono essere, altrimenti perdiamo il concetto stesso di yin e yang. Io credo che i due poli siano il condividere a beneficio dell’intera comunità, del gruppo, contrapposto al condividere per il bene di ogni singolo individuo. Non c’è un vero contrasto: ciascuna delle due modalità è positiva e comporta un vantaggio, ma possiamo pensare ad un bosco come un gruppo di albero o a come tanti singoli alberi collegati tra loro.
Ritengo che l’energia maschile sia deputata al benessere del gruppo, mentre l’energia femminile distingue ogni singolo elemento: il maschile privilegia la complessità dell’insieme, laddove il femminile esamina il dettaglio del singolo.
Ciascuna delle due modalità ha dei benefici e dei limiti. Non possiamo raggiungere il bene comune se anche solo un frammento viene trascurato o sacrificato, ma non possiamo neanche perseguire il bene dei singoli senza pensare l’effetto che avrà sull’insieme.
Pensare sia al singolo albero che all’intera foresta è una delle metafore che rappresenta il pensiero sistemico, di cui parlo spesso. Ecco dunque che l’unione tra condivisione maschile e femminile diventa un tutto equilibrato e completo.