Gibbs (N.C.I.S.) afferma sempre che “non esistono le coincidenze” quando, durante un’indagine, si trova davanti fatti che potrebbero essere legati tra loro, o pure coincidenze.
In realtà, almeno a giudicare dal dizionario dei sinonimi, la sua negazione delle coincidenze è solo frutto di una diversa interpretazione del termine coincidenza.
Coincidenza può infatti essere intesa come fatalità, casualità, ma anche come connessione, convergenza, sincronismo di elementi.
E se le casualità, anche in un’indagine, sono rare, le coincidenze e le connessioni sono tante, importanti e significative.
Io credo nelle coincidenze, intese come fatti, incontri, avvenimenti, che si verificano al momento giusto.
Credo anche che possiamo stimolare le coincidenze.
Quando riusciamo a mettere un pizzico di strategia nella nostra vita, a stabilire che direzione desideriamo prendere, in piena consapevolezza, incrementiamo in misura considerevole le coincidenze.
Ciò avviene soprattutto perché siamo più pronti a cogliere gli avvenimenti e le occasioni, ma forse anche perché creiamo intorno a noi dei circuiti favorevoli.
E, personalmente, vivo le coincidenze come dei regali imprevisti.