Nel percorso di gestione delle esperienze, l’innocente non conosce l’esistenza del drago. L’innocente è nella beata incoscienza, almeno verso quello specifico drago.
Eppure molti studi, condotti rigorosamente, dimostrano che la mancanza di prove da affrontare, l’ambiente eccessivamente protettivo nell’infanzia, non crea persone più serene o più felici perché è solo affrontando i draghi che impariamo a valutare, consolidare e aumentare la nostra forza e le nostre sicurezze.
Oggi voglio parlare di quelle persone che hanno incontrato il drago, e nonostante questo si mantengono innocenti: si bloccano nel percorso di elaborazione dell’esperienza alla fase di innocente.
Chi si blocca nell’archetipo dell’innocente potrebbe anche non riconoscere il drago. Potrebbe averne una percezione confusa. Potrebbe negare l’esistenza del drago.
Non hanno messo alla prova la loro forza, non hanno superato ostacoli. A volte hanno atteso che altri rimuovessero i loro ostacoli. Più si parla del drago, più lo negano e lo rinnegano. E, se messi alla strette, sono bravissimi a mascherare qualcosa da drago.
A volte potete riconoscerli dalle esperienze ripetitive: voi le vedete, ma loro no. Ripetono gli stessi percorsi, gli stessi meccanismi, perché la vita continua a riproporgli il drago, in diversi modi, a tempi diversi, finché si decidono a vederlo, riconoscerlo e affrontarlo.