Tra i vampiri delle emozioni c’è una tipologia un po’ speciale, davvero difficile da riconoscere: il vampiro che aiuta.
Capita a tutti, a volte, di avere problemi. E talvolta capita di avere problemi gravi.
Ed ecco che si presenta l’amico o l’amica che offre conforto, ascolta, ci invita a sfogarci, a raccontare i nostri guai. È presente, telefona, si fa sentire, magari ci viene a trovare.
È chiaro: siamo grati. Ci sembra di aver trovato una bella persona.
Poi arriva il giorno in cui stiamo meglio, e lo confidiamo con felicità, e con gioia particolare lo raccontiamo proprio a chi ci è stato vicino nel periodo difficile.
Ed ecco che l’amico o l’amica sparisce, non si fa più sentire. Risponde svogliatamente alle nostre telefonate, si nasconde a noi sui social.
Peccato!
Poi scopre, lo scopre sempre, che abbiamo un nuovo problema, una nuova difficoltà. E ricompare, ci tempesta di messaggi.
È molto difficile riconoscere il vampiro della sofferenza in mezzo agli amici veri, quelli che ci stanno un po’ più vicini se siamo giù di morale, di solito cadiamo più e più volte nelle sue trappole.
Il fatto è che questo speciale vampiro si nutre della sofferenza altrui. Il fatto che gli altri stiano male, siano infelici, gli permette di sentirsi buono perché “è vicino a chi soffre” e, contemporaneamente, gli permette di godere maggiormente della sua vita felice e perfetta. Già, perché una cosa che lo contraddistingue è che lui di problemi non ne ha mai, mai che racconti di una crisi o di un errore fatto.
Nei momenti in cui noi stavamo meglio, e lui era latitante, stava semplicemente tempestando di messaggi, telefonate e offerte di aiuto qualche altro amico in crisi profonda.
Se pensiamo male di lui ci sentiamo noi i cattivi, ma ricordate che un amico vero soffre con noi quando stiamo male e gioisce con noi quando siamo felici! È difficile riconoscere questo vampiro, ed è ancora più difficile tenerlo lontano, eppure il suo desiderio di sentirsi superiore a noi va allontanato, evitato: a che serve un falso amico che ci ritiene degli sfigati?