Questo diciassettesimo esagramma sembra un manuale per il manager felice.
Il responso, favorevole, indica il passaggio da situazioni spiacevoli a momenti positivi, e contiene indicazioni per il capo e per il dipendente, in un’ottica di reciprocità. Ma andiamo con ordine.
Il principio guida è che esiste una gerarchia: ciascuno segue ed è a sua volta seguito, portando così all’ordine e all’armonia.
Chi vuol essere seguito deve innanzi tutto imparare a seguire: solo imparando a servire si impara a comandare. Ma alla base devono esserci intenzioni oneste: non si può desiderare il comando, il potere, e nemmeno perseguire scopi personali o avere secondi fini. Come sempre l’I Ching abbina comando e responsabilità, quindi sono vietati gli interessi personali e le manifestazioni di puro potere: si convincono gli altri a seguirci, non si danno ordini.
Abbiamo poi il diritto e dovere di pretendere la piena onestà da coloro che seguiamo: il sei al secondo posto, in particolare, invita a non seguire la persona sbagliata, altrimenti saremo noi a subire danni.
E poi il manager positivo sa bilanciare lavoro e vita privata, sa quando affaticarsi e quando riposare, quando lasciar andare e quando accettare la pressione del lavoro: sa far fronte allo stress, ma non lo cerca.
Ci sono poi alcune indicazioni importanti nelle linee mobili.
Con il nove all’inizio bisogna essere pronti al cambiamento di ambiente, di amicizie, di obiettivi.
Il sei al terzo posto parla di lealtà: se abbiamo la fortuna di seguire una persona positiva dobbiamo saper rinunciare a ciò che è meschino e prestare la massima attenzione ai fattori critici di successo.
Il nove al quarto posto avverte di guardarsi dagli adulatori, mentre il nove al quinto posto consiglia di fare piani a lungo termine.
Infine il sei sopra avvisa l’uomo saggio, il buon capo, che talvolta bisogna saper essere altruisti: anche se vorrebbe la solitudine e il riposo può essere chiamato a prendersi cura di cose importante per gli altri, o di qualcuno meritevole. Non lo viva come un sacrificio, ma un sacro dovere verso l’universo di sviluppare ciò che è positivo.