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Vivere a reazione

Vivere a reazione - Ching & Coaching

Generalmente viviamo generando costanti reazioni rispetto a ciò che avviene. Serve davvero? E cosa comporta?

Avvenimenti, parole, contatti, cose che succedono … Ovviamente sono tante, tutti i giorni, in continuazione. E noi? Reagiamo. Ad ogni azione corrisponde una reazione … diceva qualcuno (non ricordo chi).

Ma continuando a vivere solo (o prevalentemente) tramite reazioni ci complichiamo infinitamente la vita.

Innanzi tutto le costanti reazioni generano stress: per reagire bisogna essere sempre sul chi vive.

Spesso si generano anche liti, o per lo meno discussioni, perché la tendenza a reagire il più rapidamente possibile induce ad interpretare quello che ci viene detto secondo la nostra chiave di lettura, che a sua volta è influenzata anche dallo stato d’animo.

E poi, occupati a reagire, e preoccupati di reagire, finiamo per perdere di vista ciò che vogliamo costruire. Un po’ come quando siamo impegnati a seguire tempestivamente le piccole e grandi urgenze quotidiane finiamo per dimenticare le cose davvero importanti.

Qual è l’alternativa? Vivere in maniera creativa e proattiva, dedicarci a costruire ciò che desideriamo e mantenerci sempre liberi di scegliere cosa fare e come comportarci, indipendentemente da ciò che accade e dai nostri istinti primordiali.

Oggi molti parlano in favore della proattività. Una scoperta recente, dunque? Tutt’altro.

Citata direttamente o indirettamente, la vita creativa e proattiva è il cardine sia dell’I Ching che della Kabbalah, entrambe testi che guidano l’umanità da migliaia di anni.

Ma se qualcuno si mostra maleducato, o fa del male? Come si fa a non reagire? Nell’I Ching ci sono diversi passaggi in cui vengono segnalate avvertenze verso persone invidiose, malevole, infide, … e vengono dati molti suggerimenti che vanno dal prestare attenzione, proteggersi, cercare amici, allontanarsi. Ma non si parla mai di reagire.

Siamo di nuovo al porgere l’altra guancia? Non proprio. Si tratta soprattutto di resilienza (capacità di resistere) e di scelta come alternativa alla reazione. Lecito anche infuriarsi, ma facendo consapevolmente invece che seguire l’impulso.

Difficile? A volte sì, ma ci si abitua. E i vantaggi ci sono, anche nella vita quotidiana. Poi, se vogliamo credere all’I Ching o alla Kabbalah, che su questo dicono la stessa cosa, sarà lo stesso universo a mettere in ordine i torti subiti.