Claudia (ma, ovviamente, non è questo il suo nome) è una persona attiva e dinamica, fortemente motivata nel suo lavoro. Però sta trasformando la sua voglia di fare in stress, per lei stessa e per gli altri, così diventa insofferente a tutto: ogni problema è un dramma, ogni parere diverso dal suo è un’offesa personale.
Anche se si confida, anche quando chiede aiuto, è impossibile trovare le parole per farle comprendere il problema, e per farle modificare i comportamenti: ogni analisi e suggerimento razionale si scontra, prima o poi, con un suo “sì, ma …” che evidenzia come non sia davvero convinta.
Come spesso accade, all’origine ci sono esperienze in cui i suoi comportamenti attuali le sono stati d’aiuto, le hanno consentito di essere vincente, o di non lasciarsi abbattere da un problema. E attraverso i comportamenti e le esperienze si sono formate le convinzioni, ancora più difficili da riconoscere razionalmente e da abbattere.
In questi casi c’è una possibile soluzione: una favola.
La favola utilizza il linguaggio metaforico, e le metafore costituiscono un ponte tra il conscio e l’inconscio: le parole vengono comprese in modo razionale, ma solo l’inconscio sa elaborare le analogie e trarre l’essenza della metafora.
Inoltre nella favola possiamo usare un altro strumento efficace: la drammatizzazione. Cioè portare le convinzioni e i comportamenti alle loro estreme e pericolose conseguenze. Fare la stessa cosa in termini razionali è impossibile, e spesso crudele: si tratta di invocare minacce di pericoli inauditi.
Pensate ad alcune delle favole più comuni.
Cappuccetto rosso o Hansel e Gretel hanno in comune la spensieratezza dei bambini che non prestano attenzione ai potenziali pericoli: è un atteggiamento comprensibile in bambini che godono di libertà d’azione. Metterli in guardia con avvertimenti razionali è scarsamente efficace: si sa, i grandi sono sempre apprensivi!
Il racconto di una favola che, invece, porta il comportamento all’estrema conseguenza, il rischio di perdere la vita, è decisamente efficace.
Ed è facile immaginarsi un genitore, o una nonna, che racconta queste favole a dei bambini un po’ troppo incoscienti. È facile visualizzare quei bambini con occhi sbarrati e il batticuore fino al lieto fine. Ed è probabile che quegli stessi bambini, andando a giocare nei giorni seguenti, siano decisamente più prudenti.
Riuscendo ad trovare una metafora in cui Claudia può identificarsi, e costruendo una favola ad hoc, aggiungendo un pizzico di drammatizzazione, e il tono della voce giusto e coinvolgente, è possibile arrivare a scalzare le sue convinzioni e superare i suoi alibi e le sue obiezioni razionali, giungendo direttamente al cuore del problema.
Ma non dimenticate mai un lieto fine davvero trionfale! Il cambio di convinzioni e comportamenti va premiato!