Ho pochi ricordi del Natale di quando ero bambina, e non sono particolarmente felici: pesava, come una cappa scura, l’assenza di mia madre, la cui morte non erano riusciti ad elaborare gli adulti di famiglia e, di conseguenza, non erano in grado di aiutare noi bambine ad elaborarla.
Ricordo il Presepe, e mio padre che tentava di districarsi, con scarso successo, tra le luci dell’albero: la manualità non era il suo forte!
Eppure le parole “la magia del Natale” risuonano e rimangono dentro, come promessa non mantenuta o come desiderio non ancora realizzato. E come spesso accade, ciò che non si può avere è proprio quello che ci appartiene più profondamente: la magia del Natale pervade spesso le mie giornate indipendentemente dalla data segnata dal calendario.
La magia del Natale è fatta di cose buone, di profumi, di sorprese, di luci, di fantasia e desiderio.
E sì, nella magia del Natale c’è un pizzico di nostalgia.
Non è facile, oggi, sentire la magia del Natale se non la si ha dentro. Possiamo, grazie a Dio, mangiare ogni cosa ogni giorno, a parte problemi di fegato o colesterolo. E avendo questa fortuna siamo zeppi di intolleranze: ricevo svariate mail al giorno che mi parlano di intolleranze alimentari. Non ne ho!
Acquistiamo infinità di cose inutili. I bambini sono pieni di giocattoli e io che non beneficio della lista dei desideri (riservata a genitori o zii che acquistano qualunque cosa a qualunque prezzo) non so mai cosa comprare ai bambini di famiglia. Le luci e gli addobbi di Natale sono presenti nelle strade e nei negozi da settimane, al punto di essere diventati un post-ferragosto più che un addobbo natalizio.
La magia del Natale è fatta di sentirsi più buoni, essere più disponibili, aiutare chi ha bisogno. Per sognare che esista bisogne smettere di ascoltare i telegiornali.
Poi arriva la telefonata di un nipote, una speciale mail di un amico, e la magia torna, anche se non è Natale.
La magia del Natale è felicità. Non un attimo, o un’emozione effimera, ma quella sensazione magica di essere parte di un tutto, grata per ciò che ho e per avere ancora sogni e desideri, commossa per ogni gesto di affetto che ricevo e sì, anche delusa, ogni tanto, perché non si può conoscere una cosa senza fare i conti con il suo opposto, perché, come dice Giovanni Pascoli, Non vedrei ora così bello, se già non avessi veduto così nero.