Molti, quando si legge il responso del l’I Ching, chiedono per prima cosa: è un segno brutto?
È una domanda spontanea, e comprensibile, ma in realtà è una domanda priva di significato.
La logica dell’I Ching è quella della strategia e del mutamento, quindi il responso indica la situazione e come gestirla.
Certo, ci sono segni che indicano momenti di espansione, momenti di regressione o momenti di stasi. Certo ci sono segni che indicano periodi felici e momenti infelici, ma la sentenza non è mai una condanna, quanto piuttosto uno stimolo, un consiglio.
L’I Ching invita a gestire la propria vita, e la vita è inevitabilmente fatta di momenti diversi, di stati d’animo diversi.
Ricordate sempre che il simbolo dell’I Ching è il Tao: ogni momento infelice ha in sé la possibilità di riscatto, e la felicità non è mai eterna. E, d’altra parte, non è neanche possibile godersi la felicità o la serenità se non si è mai conosciuto il suo contrario.
Persino i segni apparentemente più negativi, come l’esaurimento (47) o l’abissale (29) contengono numerosi suggerimenti e strategie per uscire da una situazione negativa.
C’è poi l’altro aspetto, quello della persona che interroga.
Alcuni suggerimenti, alcune strategie, possono essere estremamente difficili da realizzare, e quindi essere vissute come negative, in base al carattere di chi interroga.
Per il mio modo di sentire in 21, il morso che spezza, la rottura drastica di qualcosa, non è una tragedia, perché mi è più congeniale la rottura netta rispetto ad un periodo, ad esempio, di attesa o di incertezza.
Per altri è l’esatto contrario.
Avvicinatevi quindi all’I Ching come vi avvicinereste ad una mappa stradale che offre indicazioni, e non cercate di ridurre tutto ad un banale e restrittivo sì o no.