La PNL sistemica propone un bellissimo esercizio per l’elaborazione e la gestione delle esperienze. Il punto di partenza dell’esercizio è quello di identificare il nostro drago: l’esperienza che dobbiamo affrontare, o che abbiamo dovuto affrontare, e metabolizzare per crescere.
Sembra facile: chi non ha un drago, grande o piccolo, che ha dovuto affrontare?
Eppure non sempre è facile identificare il drago giusto, quello vero.
Spesso ci si dibatte, si soffre, ci si affanna, ma stiamo affrontando solo l’ombra del drago. O, come novelli Don Chisciotte, andiamo ben armati e molto agguerriti contro dei banali mulini a vento scambiandoli per guerrieri.
Vi porto alcuni esempi.
Più di vent’anni fa morì la mia più cara amica di infanzia, Patrizia. Abitavo già a Milano da alcuni anni, e purtroppo avevo già imparato a conoscere la morte di persone care. La morte di Patrizia fu un dramma.
Un dramma la sua perdita, la mancanza costante e continua degli incontri, delle telefonate. Eppure, allora come oggi, la sento vicina, le parlo, le racconto.
Poi ne parlai con la mia insegnante di psicodinamica.
Il dolore per la perdita di un amico è sempre intollerabile, ma ciò che devi superare in questa esperienza è lo spezzarsi dell’ultima corda che ti lega all’infanzia, alla tua città di nascita.
Ed ecco il mio drago. Non era la morte, esperienza che sapevo affrontare e il cui dolore non desideravo rimuovere o superare. Il mio drago era che Patrizia rappresentava l’ultimo legame, molto solido, con gli amici dell’infanzia e dell’adolescenza, ormai tutti lasciati cambiando città da tempo.
Quando un’amica si è separata, e non riusciva a darsi pace, ha avuto la fortuna di trovare uno psicologo molto bravo e molto schietto:
l’esperienza che deve superare, signora, non è la fine del suo matrimonio, che da quello che racconta è finito da tempo, ma …
Anche in questo caso l’amica cercava di affrontare il drago sbagliato.
Un’altra amica aveva il padre giocatore incallito, con gravi danni per tutta la famiglia. Lei pensava che l suo drago fosse il gioco, che tanti problemi le aveva causato. Ma il gioco era il drago del padre, non il suo! Il suo drago erano l’insicurezza e le umiliazioni che il vizio del padre le avevano provocato.
Spesso la vita ci obbliga ad affrontare i nostri draghi riproponendoci esperienze simili, finché non abbiamo imparato la lezione.
Talvolta non siamo in grado di capire la prova, altre volte fuggiamo via, o cerchiamo scappatoie. E quando, finalmente, decidiamo di affrontare il drago dobbiamo affrontare anche l’esperienza originale per poter, davvero, imparare, crescere, ed essere pronti … per la lezione seguente, ma armati da una consapevolezza superiore.
Riconoscere correttamente il nostro drago diventa quindi ancor più indispensabile.