Conoscere le tecniche di comunicazione, qualunque sia la scuola che seguiamo o qualunque sia il testo dove le apprendiamo, o qualunque sia il modo in cui le definiamo, è ritenuto importante (e lo è realmente) per migliorare le nostre relazioni interiori e interpersonali.
Io credo che ci sia anche un altro aspetto, che non va sottovalutato.
Conosco parecchie persone che, in condizioni normali, sono perfettamente in grado di spiegarsi e di ascoltare, parlano un italiano corretto, sono in grado di svolgere appieno il loro lavoro, sono sostanzialmente in pace con loro stessi e sanno relazionarsi correttamente con gli altri.
Poi, quando interviene uno dei nemici, hanno delle debacle terribili.
Una presentazione importante, un esame, un momento di crisi personale, una disgrazia o semplicemente un litigio li rendono inabili ad accedere alle loro capacità.
Ma questi eventi esterni sono solo un riflesso di nemici interiori: i nemici della comunicazione.
Ed è in questi momenti che la conoscenza delle tecniche diventa un supporto indispensabile.
Ormai tutti sappiamo usare un computer, ma solo chi ha una certa confidenza sa come reagire senza farsi prendere dal panico quando il gatto cammina sulla tastiera cancellando tutto ciò che era stato scritto.
La conoscenza delle tecniche e degli strumenti di comunicazione fornisce la confidenza necessaria per far fronte a qualunque emergenza, facendo sì che le competenze acquisite suppliscano autonomamente ed automaticamente alle carenze emotive nelle situazioni di rischio potenziale.
Ma chi sono i principali nemici della comunicazione?
Fondamentalmente quattro. Come i quattro cavalieri dell’apocalisse arrivano di soppiatto e ci creano gravi interferenze, seppure con modalità molto diverse tra loro:
- paura
- ansia
- rabbia
- invidia