Il ricettivo è il principio femminile, che si contrappone e completa il principio maschile del primo esagramma. Il ricettivo è la madre terra, accogliente, docile, sensibile e arrendevole. In altri esagrammi è la mucca ad essere presa come emblema della docilità, ma non qui! Nel ricettivo si parla della cavalla: libera, capace di spaziare ovunque, rapida e forte.
L’importanza della terra è pari a quella del cielo, ma non la posizione poiché è la terra stessa che sceglie di seguire: non passiva obbedienza, ma libera arrendevolezza.
Mi è stato davvero difficile comprendere e, soprattutto, accettare questo esagramma: l’arrendevolezza placida non mi è particolarmente congeniale e il totale abbandono ad una guida mi riesce piuttosto ostico.
Ho potuto abbracciare questo esagramma quando, dalle relazioni umane, mi sono spostata su un diverso piano: quello del destino. Ci sono momenti, nella vita, in cui si possono stabilire e perseguire mete, obiettivi, direzioni. Ci sono invece momenti in cui ci si limita ad accogliere ciò che accade, mantenendo l’intima certezza che qualunque cosa accada è “quella giusta”, saremo in grado di cogliere il positivo e imparare dal negativo. Alla luce di questa interpretazione anche il suggerimento di essere in solitudine e raccoglimento interiore quando si ricevono incarichi e cercare, invece, amici quando si deve agire, assume un diverso e più pregnante significato.
Ricevere incarichi può essere letto come la piena consapevolezza del proprio compito, che può essere raggiunta solo in solitudine e in meditazione. L’azione è, invece, ciò che ne consegue, l’esecuzione operativa del compito. E, come in ogni buon viaggio dell’eroe, quando si accetta la chiamata e si varca la soglia, si ottiene un mentore e si trovano amici.