L’empatia è una grande riscoperta di questi anni. Fa parte di quei valori, di quelle energie, che subiscono alti e bassi: decenni, o secoli, in cui vengono combattuti e bistrattati, e poi sono nuovamente in auge.
Empatia significa mettersi nei panni dell’altro, indossare i mocassini altrui (per dirla come i nativi americani), provare quelle stesse emozioni che sta provando l’altro.
Siamo tutti capaci di empatia: è una caratteristica del nostro cervello. Qualcuno la sopprime, qualcuno la soffre. Da bambina mi dicevano “sei troppo emotiva” ed ero fortunata di essere nata femmina: un maschio con la mia dose di empatia sarebbe stato malamente bollato come femminuccia. L’invito che mi veniva fatto era quello di sopprimerla: smettila, controllati! Ho impiegato anni per capire quale regalo, e quale vantaggio, fosse una buona dose di empatia.
Per sviluppare, o diventare consapevoli, della propria empatia l’esercizio migliore è quello del ricalco, e in particolare del ricalco del respiro. Un altro metodo efficace è quello di “fare teatro” sia partecipando ad una delle compagnie di dilettanti sia ragionando dal punto di vista di un altro: un po’ di allenamento e diventa facile.
E poi? L’empatia fa parte dell’intelligenza emotiva: argomento fondamentale sui cui vi suggerisco di leggere qualcosa o di frequentare un corso.
A me preme soprattutto sfatare un mito ed evidenziare il vantaggio principale che deriva dall’essere fortemente empatici.
Il mito da sfatare è che chi parla a favore dell’empatia lo faccia per una sorta di buonismo, come se mettersi nei panni degli altri avesse come unico scopo quello di diventare buoni e comprensivi.
Tanto per cominciare se una persona fortemente empatica decide di colpire, sa esattamente centrare il punto e le frasi che fanno più male. Altro che buonismo! E poi l’empatia serve, ad esempio, per capire quali argomenti sono più convincenti per l’interlocutore, e questo vale sia che stiamo conducendo una trattativa, sia che vogliamo motivare qualcuno, sia che vogliamo fregare qualcuno. È l’etica che stabilisce il comportamento, non l’empatia.
Il vantaggio principale dell’empatia è che, mettendoci nei panni degli altri, impariamo a non giudicare. Grazie all’empatia scopriamo che la persona che ci sembra più perfida, o più esecrabile, ha le sue ragioni e i suoi motivi. A noi rimane la scelta se considerarli validi, approvare o disapprovare, … Ma invece che arrabbiarci e reagire, possiamo scegliere ed essere proattivi. Senza empatia non è possibile.